Grande mostra permanente di arte, artisti ed espressioni artistiche, nessuna esclusa

Scheda dell'Opera:

"Welcome"

 

Dimensioni: 97x130

Supporto: tela

Tecnica: olio

 

 

Recensione di: Paul de Closé

"Benvenuto in questo mondo di ingiustizia libero, nudo privo di eloquenza e senza vizio"

I versi di Paul de Closé continuano ad accompagnare le opere di Angela Cuccovillo, italiana ma cittadina di Nizza da anni ormai e, allo stesso modo, accompagnano Voi e me nello scoprire la pittura della artista.

Welcome è il titolo dell'opera che la Cuccovillo presenta in occasione della XVIII Collettiva Internazionale di Pittura, Scultura e Fotografia del progetto Arte a Palazzo della Galleria Farini Concept, una mostra che si caratterizza per quello che è definito un Dialogo con i maestri del Novecento, come Schifano, Warhol, Festa e altri, le cui opere saranno esposte accanto a quelle degli artisti presenti in questo catalogo.

Se vi è una cosa che gli artisti del secolo scorso hanno insegnato è il co raggio di osare, la possibilità di trasmettere un messaggio anche in maniera non consona a quelle che erano le rigide regole accademiche, di parlare alla gente in maniera libera, scevra da qualsivoglia sovrastruttura e preconcetto. In tale dimensione si inserisce, in maniera pragmatica e fuori dagli schemi, l'opera Welcome, dalla inusitata forza e alla ricerca dell'ossimoro concettuale. Osservando la scena dipinta, di certo l'effetto perturbante è estremo ed è volto non a scandalizzare nel senso più bieco del termine, quanto a scuocere le coscienze. Una donna partoriente sta dando alla luce un bambino in un mondo "sbagliato" che si scaglia sullo sfondo, tra cementificazione barbara, bombardamenti aerei, inondazioni ... e il " benvenuto" si traduce in un paradosso che ci fa piombare, come in incubo, nella sequenza di errori umani attraverso i quali questa nostra civiltà sta perdendosi. La Cuccovillo non usa mezzi termini, non nasconde il proprio disappunto e lo "urla", trasformando il quadro in una vera e propria manifestazione di denuncia.

Quella che pare una figurazione oscena, in realtà, traduce l'oscenità del nostro tempo, in cui si sceglie di dar alla luce nuova vita mentre, tutt'intorno, ogni cosa sta tramutandosi in uno scadimento civi le e sociale. La tensione che anima questo dipinto, il dolore che si cela nella dimensione ex post della narrazione che esso porta dinanzi ai nostri occhi, è il ve ro scandalo del nostro contemporaneo e tale analisi, tali brutalità, seguono un filo conduttore della ricerca dell'artista. All'osservatore, come sempre, viene chiesto di non voltarsi, di comprendere e agire al fine di non far sì che tutto finisca alla deriva ma che, ancora qualcosa si salvi, per il futuro di chi verrà al mondo.

Paul de Closé